Coppia con bambino. L’edificio è vecchio e malandato, l’hotel al secondo piano si raggiunge con ascensore fatiscente, ma ci accontentiamo di poco. Nell’ascensore una busta di vestiti sporchi, qualcuno grida dalle scale, una porta sul pianerottolo è l’ingresso dell’hotel, non badiamo alle apparenze. Ci accolgono odori non invitanti e un uomo che non parla inglese e tanto meno italiano (alla faccia del personale multilingue) che con modi spicci ci fa capire che non vuole che portiamo il passeggino all’interno. Solo dopo molte insistenze ci consegna comunque le chiavi della camera. La camera è molto spoglia, ha un tappeto sul quale non appoggereste i piedi, si gira appena intorno a letto, c’è un solo comodino con un abat-jour di plastica mezzo rotto, affaccio su un cavedio sporco, ma sappiamo adattarci. Però manca il lettino per il bambino che avevamo richiesto e che la descrizione dell’hotel indicava come servizio pure gratuito. Faticosamente spieghiamo il problema all’uomo di prima che scuote la testa e fa cenno di no. Dopo qualche tempo ci raggiunge un uomo più giovane, che parla inglese con noi e una lingua sconosciuta con l’altro uomo. Con modi incredibilmente sgarbati ci spiega che nel suo hotel non ci sono affatto lettini o culle per bambini, ci offre una stanza più grande (con sovrapprezzo) con un divano letto, inutile e pericoloso per un bambino di 9 mesi. Mostriamo la prenotazione e ci invita ad andarcene via promettendo un rimborso che non arriverà. Cambiato hotel.